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giovedì 31 luglio 2008

il pesciolino torturato


Da quando ho letto la denuncia di una lettrice su «Specchio dei tempi», non riesco a togliermi dalla testa la scena di quei baldi ventenni che, in spiaggia a Varigotti, hanno torturato un pesciolino vivo, strizzandolo di mano in mano, sbattendogli la coda sugli scogli e infine usandolo come palla da tennis per i loro racchettoni. Non mi sorprende il sadismo. E nemmeno la faccia tosta con cui hanno replicato alle rimostranze della lettrice: «Ci stiamo divertendo». Ciò che fatico a mandare giù è l’atrofia delle emozioni che impedisce ormai a troppe persone di mettersi nei panni di un altro, di chiunque altro, persino di un altro particolarmente piccolo e inerme come un pesciolino. Chiedersi che cosa prova l’innamorato che stiamo ingannando, il bambino che stiamo trascurando, il sottoposto che stiamo umiliando, l’animale, la foglia o la pietra su cui stiamo infierendo. Si tratta di un esercizio di ginnastica dell’anima che un tempo veniva insegnato fin dalla tenera età. Serviva a renderti un po’ meno irresponsabile dei tuoi atti. Ma soprattutto a farti sentire parte di qualcosa di più ampio delle tue paturnie individuali. Parte di una comunità, di una nazione, del creato. Invece questo solipsismo menefreghista spacciato per libertà ci ha ridotti a un balletto isterico di particelle staccate, perse dietro le proprie rivendicazioni personali, ma incapaci di prendere anche solo in considerazione quelle del prossimo. Ciascuno sfoga la sua irrilevanza torturando i pesciolini che può. E ciascuno è a sua volta il pesciolino di qualcun altro.
(M. Gramellini “La Stampa” 30.07.08)

martedì 29 luglio 2008

Alcune volte anche il migliore di noi ha delle titubanze quando si tratta di assumersi un impegno... e potremmo restare sorpresi dall'impegno che riusciamo ad esprimere in certe occasioni... impegnarsi è complicato... potremmo sorprendere persino noi stessi per quanto riusciamo ad impegnarci... ma impegnarsi richiede uno sforzo notevole... e anche sacrificio... il che spiega perché certe volte siamo costretti ad imparare la lezione a nostre spese e a scegliere con attenzione le situazioni in cui impegnarci.
(Grace’s Anatomy)

lunedì 28 luglio 2008

Quanta parte della tua vita passi in attesa di essere in qualche altro posto?
(Matthew Flickstein)

domenica 27 luglio 2008

Il Buddha narrò la storia di un gigante cieco di nome Fede che s'imbattè in un piccolo storpio dalla vista acutissima il cui nome era Saggezza. Il gigante, che non ci vedeva, disse allo storpio che ci vedeva: «Io sono molto forte, ma non ci vedo; tu sei molto debole, ma hai occhi per vedere. Vieni sulle mie spalle e guidami: insieme andremo lontano». Il Buddha non incoraggiò mai la fede cieca, bensì l'equilibrio fra il cuore e la mente, fra la fede e la saggezza. Le due cose insieme andranno lontano. Il detto che la fede può spostare le montagne purtroppo non tiene conto del fatto che, essendo cieca, la fede non sa quale montagna spostare.
(Ayya Khema)

venerdì 25 luglio 2008

Gratitudine, Apprezzamento, Ringraziamento. Non importa che parola usiamo, intendiamo sempre la stessa cosa, Felicità.
Dovremmo essere tutti felici, contenti dei nostri amici, della famiglia, felici di essere vivi, che questo ci piaccia o no.
Forse non siamo destinati a essere felici. Forse la gratitudine non centra niente con la gioia. Forse l'essere grati significa dare il giusto valore alle cose, apprezzare le vittorie, stupirsi della fatica che ci vuole per essere un essere umano. Forse siamo riconoscenti per le cose che conosciamo, e forse siamo riconoscenti per quelle che non conosceremo mai. Ma alla fine della giornata il fatto che abbiamo ancora il coraggio di restare in piedi e già un motivo sufficiente per festeggiare.
(Grace’s Anatomy)

mercoledì 23 luglio 2008

"Ama il prossimo tuo come te stesso, ma scegli accuratamente il tuo prossimo"
[Louise Beal]

martedì 22 luglio 2008

“Dottore, perchè non mi dice qualcosa?...Qualcosa che mi faccia sentire meglio..”
<< Non esistono scorciatoie nella vita o nell'amore.. Questo dolore va sicuramente vissuto, l'alternativa sarebbe sicuramente peggiore. E' questo che ci rende speciali, che ci rende magnifici, che ci rende degni.. il dolore con il quale amiamo, ma questo dolore si accompagna a qualcos'altro.. alla speranza.. qualcosa a metà strada tra agonia, l'ottimismo e la preghiera.
Quindi sei umano, sei vivo, questa è la nostra ricchezza..>>
(Brothers & Sisters)

lunedì 21 luglio 2008

Ci si incontra per separarsi. Non ho parole per commentare questo duplice mistero.
(Wen Chao)
Dietro la porta dell'anima si nascondono i ricordi di ognuno .
Per i più sentirseli raccontare non ha nessun significato, ma sovente capita che qualcun'altro ci si specchi dentro ... e riveda la propria storia.
E' lì , in quel momento , che si congiungono i destini di tanti sconosciuti ...
(Anonimo)

giovedì 17 luglio 2008

Il bene e il male hanno la stessa faccia: tutto dipende dal momento in cui attraversano il cammino della nostra vita.
(Coelho)

mercoledì 16 luglio 2008

Ciò che conta è tutto dentro di noi. Da fuori nessuno ci può aiutare.
Non essere in guerra con sé stessi, vivere d'amore e d'accordo con sé stessi: allora tutto diventa possibile.
Non solo camminare su una fune, ma anche volare.
(Hermann Hesse)

martedì 15 luglio 2008

Quando mi capita di ripensare a tutte le preoccupazioni, mi ricordo della storia dell'uomo anziano che sul suo letto di morte racconta che nella vita ha dovuto affrontare molti problemi, molti dei quali non sono mai accaduti.
(Winston Churchill)
Ciò che sta alle nostre spalle, come ciò che sta davanti a noi, è piccola cosa rispetto a ciò che si trova dentro di noi.
E quando portiamo nel mondo esterno quello che è dentro di noi, accadono i miracoli.
(H.D. Thoreau)

domenica 13 luglio 2008

eccomi!

La nostra meta non è di trasformarci l'un l'altro, ma di conoscerci l'un l'altro e d'imparar a vedere e a rispettare nell'altro ciò che egli è: il nostro opposto e il nostro completamento.
(Hermann Hesse)