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giovedì 26 febbraio 2009

Un uomo stava camminando nella foresta quando s'imbatté in una tigre. Fatto dietro-front precipitosamente, si mise a correre inseguito dalla belva. Giunse sull'orlo di un precipizio, ma per fortuna trovò da aggrapparsi al ramo sporgente di un albero. Guardò in basso, e stava per lasciarsi cadere, quando vide sotto di sé un'altra tigre. Come se non bastasse, arrivarono due grossi topi, l'uno bianco e l'altro nero, che incominciarono a rodere il ramo. Ancora poco e il ramo sarebbe precipitato. Fu allora che l'uomo scorse accanto a sé una bellissima fragola. Tenendosi con una sola mano, con l'altra spiccò la fragola e lo mangiò.
Com'era dolce!

Commento:
Questo aneddoto illustra la saggezza e l'essenza dello Zen: la capacità di vivere qui ed ora, di cogliere l'attimo fuggente.
Tra le opposte esigenze, tra l'essere e il nulla, tra la vita e la morte, rifiutando tanto lo sconforto quanto l'esaltazione, il saggio sa gustare la dolcezza di un semplice frutto, di un semplice istante.
Meditare è immergersi nel presente, lasciando perdere sia i ricordi sia le preoccupazioni per il futuro. Anche se ci troviamo sull'orlo di un precipizio, questo momento è tutto il nostro tempo.
Solo la nostra mente, con le sue previsioni e le sue anticipazioni, ce lo può distruggere.
(Storie Zen)

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