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lunedì 25 luglio 2011


Pensa a quando imparavi a guidare l’automobile col cambio a leva. Ti sembrava di dover risolvere un problema insormontabile. Tre pedali, e solo due piedi per farli funzionare! Prima sei divenuto cosciente della complessità. Lasciare adagio la frizione – Ah! troppo in fretta! Così si parte a scatti! – premere l’acceleratore con la stessa progressione con cui si lascia la frizione – sul freno va il piede destro – ma, per frenare, abbassare la frizione, sennò altri scatti… Un milione di segnali mentali.
Pensa, usa il cervello! Che faccio? Presa di coscienza. E dopo migliaia di supplizi, errori e rinnovati tentativi, arriva il giorno in cui sali in macchina e te ne vai. Non parti a scatti, non ti si spegne il motore, e nemmeno poni mente a ciò che fai. Guidare per te è diventata una seconda natura. E come hai fatto? Con grande difficoltà, mettendoci una quantità di attenzione, di memoria, di lavoro. [...] Un pensiero diventa certezza quando a una cosa ci si è applicati, non quando si è fatto un primo tentativo e ci si serve della propria incapacità iniziale come di una giustificazione logica per rinunciare. [...] E’ necessaria una certa determinazione a essere felici, e a sfidare e distruggere tutti i singoli pensieri che ingenerano una paralizzante infelicità.
(Wayne W. Dyer)

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